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ORSO BRUNO MARSICANO: UNA SPECIE DA SALVARE

orso bruno marsicano
Articolo di Alessandro Vanich, che ha seguito il nostro corso di formazione in Comunicazione e Divulgazione Scientifica

 

Nell’Italia centrale vive una sottospecie endemica di orso, l’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus Altobello, 1921). A causa del suo isolamento rispetto alle altre popolazioni di orso bruno ha sviluppato caratteri genetici e morfologici che lo contraddistinguono dall’orso bruno europeo (Randi et al., 1994); il marsicano difatti ha dimensioni inferiori di circa il 20% rispetto a quest’ultimo, vi sono anche alcune differenze anatomiche nella forma del cranio e nel colore della pelliccia (più chiara nel marsicano). In ultimo il marsicano ha una dieta con componente vegetale maggiore rispetto all’europeo, anche se non disdegna occasionalmente di nutrirsi di carcasse (Boitani, 2008).

Questa sottospecie originariamente occupava un areale corrispondente all’intera catena appenninica; è stata però per secoli perseguitata in quanto ritenuta pericolosa per la zootecnia (considerati ingiustamente predatori ai danni di allevamenti di pecore). Solamente con l’istituzione del Parco Nazionale d’Abruzzo nel 1923 si è cominciato a proteggerla. Ad oggi la popolazione è costituita da circa 60 individui potenzialmente riproduttori, per la distribuzione areale si rimanda alla tabella qui sotto (tratta da EPNALM, 2019).

orso bruno marsicano

Relegata al solo parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise questa sottospecie ha naturalmente ricolonizzato nell’ultimo decennio altre aree protette e, occasionalmente, vengono segnalati alcuni individui in altre aree (Simbruini, Gran Sasso-Laga, Carsolano).

 Data le dimensioni della popolazione di marsicano il rischio di estinzione è relativamente alto, dovuto principalmente alla bassa variabilità genetica all’interno della popolazione ed a una bassa resistenza a malattie che possono essere trasmesse da altre specie (ISPRA, 2011). Il marsicano quindi rientra nella lista delle specie a Rischio di Estinzione Critico redatta dalla IUCN.

 

 

Mortalità e natalità dell’Orso bruno marsicano  

 Studi condotti a partire dagli anni ’70 all’interno del Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise hanno rilevato una mortalità media annua di 5 marsicani adulti; si sottolinea che il dato è sottostimato in quanto di alcuni orsi si sono perse le tracce ma non è mai stato ritrovato il corpo, probabilmente sono deceduti in aree non raggiungibili. Nel grafico a lato sono riportate le cause di mortalità; come si vede il 53% delle morti sono imputabili a cause umane, sia accidentali quali investimenti su strada o caduta in pozzi/vasche, sia dolose quali tagliole di bracconieri o bocconi avvelenati (EPNALM, 2019).  

orso bruno marsicano                       

Nello stesso periodo si è registrata una media di nuovi cuccioli pari a 8 anno. È doveroso ricordare che il tasso di mortalità dei cuccioli entro l’anno di età è del 50% dovuto a incidenti, scarso nutrimento, malattie o infanticidio da parte di maschi adulti per indurre l’estro della femmina. Nel grafico qui sotto è riportato l’andamento annuo delle nascite nel periodo 2008-2018 (EPNALM, 2019).

orso bruno marsicano

Uno dei principali freni all’aumento degli individui è legato all’esiguo numero di femmine riproduttrici; esse diventano fertili solo al quarto anno di vita. Inoltre possono avere due cuccioli, molto raramente tre, ogni tre anni in quanto le cure parentali hanno durata biennale e sino a che una femmina ha al seguito dei cuccioli non è in grado di riprodursi nuovamente (ISPRA, 2011). Pertanto la perdita di femmine riproduttrici rappresenta un fattore che aumenta notevolmente il rischio di estinzione (Gervasi et al., 2018).

 

 

Strategie di conservazione

 Nel 2001 l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA), in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e la Regione Abruzzo, ha redatto il Piano d’Azione Nazionale per la Tutela dell’Orso bruno marsicano (PATOM). In esso si prevedono tre linee di azione principali:

  • Interventi volti a ridurre le cause di mortalità di origine antropica (messa in sicurezza di pozzi/vasche/strade, lotta anti-bracconaggio);
  • Monitoraggio e protezione delle femmine riproduttrici e dei cuccioli;
  • Creazione di zone cuscinetto intorno alle aree protette esistenti e di corridoi ecologici tra aree protette al fine di ampliare l’areale dell’orso marsicano.

 

 

Gli ultimi dati positivi

 Nonostante il rischio di estinzione continui ad essere elevato, si registra a partire dal 2015 un progressivo aumento del numero di orsi presenti con una riduzione della mortalità per causa antropica. Nell’ultimo decennio il numero delle femmine riproduttrici è passato da 10 alle attuali 15 stimate, da cui ne consegue anche un aumento dei nuovi nati (EPNALM, 2019).  Inoltre si stanno formando piccole popolazioni stabili al di fuori del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; per esempio nel 2018 si è assistito alle prime nascite nel Parco Nazionale della Majella (EPNALM, 2019). Questi dati risultano essere particolarmente positivi in quanto mostrano una vitalità della popolazione ed una sua capacità di espansione anche al di fuori del territorio sottoposto a maggior protezione.

 

Alessandro Vanich

 

 

Bibliografia

Boitani L. 2008. Ursus arctos marsicanus in Habitat e Specie di Interesse Comunitario del Lazio, Agenzia Regionale Parchi e Assessorato Regionale Lazio per l’Ambiente, 380:381.

EPNALM, 2019. Rapporto Orso Marsicano 2018. Pubblicazione di Ente Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise.

Gervasi V., P. Ciucci. 2018. Demographic projections of the Apennine brown bear population Ursus arctos marsicanus (Mammalia: Ursidae) under alternative management scenarios. The European Zoological Journal 85(1):243–253.

ISPRA, 2011. Piano d’Azione Nazionale per la Tutela dell’Orso bruno marsicano (PATOM).

Randi E., L. Gentile, G. Boscagli, D. Huber, H.U. Royh. 1994. Mitochondrial DNA sequence divergence among some west European brown bear (Ursus arctos L.) populations. Lessons for conservation. Heredity 73:480-489.

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Autore

Articolo scritto da un nostro associato o un collaboratore esterno dell'Associazione ETICOSCIENZA