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QUEL MAZZOLIN DI FIORI…

flora

Conservazione della Flora in Italia

 

Articolo di Sara Boninsegna

 

A chi non è mai capitato, camminando in un prato, e scoprendo un bel fiore, di sentire una voglia irrefrenabile di raccoglierlo e poter portare con sé la sua bellezza e il suo profumo?

Piante e fiori da sempre per noi ricchi di significato: portatori di messaggi d’amore e di amicizia; sono inoltre di fondamentale importanza da un punto di vista socio-economico e ambientale.

Vi sembra strano sentir parlare di flora a rischio estinzione, vero?

E invece è proprio così.

flora

 

FIORI SELVATICI, COSA SONO?

I fiori allietano i nostri sensi; la loro bellezza e i loro profumi hanno da sempre suscitato emozioni che fin dai tempi antichi sono state oggetto di simbologie e iconografie.

Faticosamente germogliano e sopravvivono in condizioni spesso avverse: si sono adattati a situazioni eco-climatiche anche difficili. La fioritura quindi legata alla stagione della rinascita, la primavera.

Rappresentati come simboli di vita nell’antica Grecia; come crescita spirituale nelle culture Buddiste, dove il fiore di loto in particolare esprime la resurrezione e la consapevolezza.

Il mazzo di fiori, come regalo alla propria amata o semplicemente come gesto di amicizia.

Definizione

I fiori selvatici, comprendono tutte quelle varietà di erbe spontanee che crescono e sopravvivono in un determinato ambiente senza l’intervento umano ma solo attraverso agenti naturali (es. il sole) e organismi (es. gli insetti impollinatori). Son legati alle caratteristiche pedo-climatiche dell’habitat in cui si insediano ed è per tale motivo che ad esempio non vedremo mai una stella alpina sulle coste marine.

Flora e fauna sono in continua interazione fra loro e con gli habitat in cui vivono, e insieme concorrono a mantenere alti i livelli di Biodiversità del nostro paese.

Nel rispetto delle normative in materia di sostenibilità ambientale, così come si evince da ricerche Ispra (L’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), l’utilizzo di erbe spontanee (in particolare specie terofite, emicriptofite e geofite) negli ambienti urbani antropizzati, permetterebbe di aumentarne il grado di biodiversità: “ L’impiego dei Wildflowers è alla base di una rete trofica piuttosto complessa che comporta l’incremento della biodiversità urbana”

Riqualificando aree quali discariche, cave abbandonate, bordi stradali e autostradali, aziende turistiche si creerebbero dei veri e propri “corridoi ecologici” in grado di favorire una continuità entomologica tra campagna e città con bassissimi costi economici di manutenzione e gestione nonché di consumo idrico.

La flora italiana comprende 6711 specie di piante vascolari (Pteridofite, Gimnosperme e Angiosperme) (CONTI et al., 2005), 1097 specie di Briofite (Muschi ed Epatiche) e 2145 specie di Licheni. Date le condizioni climatico-ambientali, l’Italia presente tra i più alti tassi di Biodiversità d’Europa.

In alcune zone le percentuali di specie floristiche endemiche raggiunge anche il 15%-20% (Scoppola e Blasi 2005) e 1000 risultano essere le specie in interesse conservazionistico (Scoppola e Spampinato 2005). Moltissime perà risultano minacciate dai cambiamenti climatici e dallo sfruttamento dei suoli e vi è assolutamente la necessità di intervenire.

 

 

 

IL RUOLO DEI FIORI SELVATICI SUL PIANETA:

Piante e fiori sono la prima fonte di sostentamento per le specie erbivore e sono di fondamentale importanza per gli insetti pronubi, ossia gli impollinatori con i quali hanno creato rapporti di vera e propria mutua-collaborazione.

Attraverso l’insetto la pianta si riproduce e in cambio dona il proprio nettare.

Innumerevoli Imenottori si sono addirittura evoluti come specie-specifici, cioè si sono specializzati nell’impollinazione di una determinata specie floristica che a sua volta ha evoluto tecniche attrattive mirate per quel particolare insetto.

Gli insetti impollinatori svolgono un ruolo chiave per la sopravvivenza degli ecosistemi:

già Darwin, durante il suo viaggio nelle Galapagos ne aveva sottolineato l’importanza per il pianeta (R. Bowman 1966), nonché per l’economia agro-forestale del mondo: “Utilizzando nuovi dati primari da 200 paesi abbiamo scoperto che la produzione di frutta, verdura o semi da 87 delle principali colture alimentari globali dipende dall’impollinazione degli animali, mentre 28 colture non si basano sull’impollinazione degli animali. “ (Klein & Co. 2006)

 

Da ciò si evince come perdita di specie di erbe selvatiche comporterebbe perdita di biodiversità; un impoverimento ambientale catastrofico.

 

 

 

NORMATIVE E PIANI DI CONSERVAZIONE:

Nel 2010 l’Italia, seguendo le disposizioni sancite dall’Unione Europea , ha adottato la Strategia Nazionale per la Biodiversità (SNB) 2011-2020. Tale strategia mira a garantire  un livello soddisfacente di conservazione degli habitat del nostro paese, onde evitare perdite in variabilità genetica in specie.

Importante,quindi, la conservazione di specie animali e vegetali autoctoni e endemici italiani. Non solo quindi la fauna rientra nei piani di tutela e conservazione, ma anche la flora autoctona presente sul nostro territorio. Come sottolineato dall’ ISPRA, le tecniche migliori per la conservazione delle specie vegetali è in situ, partendo quindi dalla tutela egli habitat, ove le varie specie animali e vegetali interagiscono.

 

In merito alle specie vegetali tutelate,  in Italia sono state recepite le seguenti normative internazionali, che hanno appunto come scopo la tutela della biodiversità e degli ecosistemi presenti sul nostro pianeta.

 

  • Convenzione di Berna;
  • Convenzione di Washington;
  • Convenzione di Barcellona
  • Direttiva 92/43/CEE “Habitat”

Partendo da tali normative, attraverso l’interpretazione delle categorie IUNC (International Union for Conservation of Nature ) da parte della Società Botanica Italiana;il Ministero dell’Ambiente ha redatto una lista delle specie floristiche italiane protette. In tale lista sono elencate le specie tutelate sul territorio nazionale appartenenti sia alla flora vascolare con le felci, le gimnosperme e le angiosperme sia alla flora briologica, cioè i muschi e le epatiche.

Tutte le specie floristiche selvatiche italiane sono protette e per tali motivi non posso in alcun modo essere raccolte. Di seguito alcune delle specie presenti nel nostro paese che presentano tra i più alti livelli di tutela, tratto dalla lista redatta dal Ministero dell’Ambiente

flora

 

 

Specie (Nome latino)

 

Specie (Nome italiano)

Categoria IUNC

Marsilea quadrifolia L.

Trifoglio acquatico comune

VU

Ribes sardoum Martelli

Ribe di Sardegna

CR

Dracocephalum  ruyschiana L

Melissa di Ruysch

VU

Cytisus aeolicus Guss. ex Lindl.

Citisio delle Eolie

VU

Genista holopetala (Fleischm. ex Koch) Baldacci

Ginestra dei Ghiaioni

EN

Kosteletzkya pentacarpos (L.) Ledeb.

Ibisco Litorale

CR

Orchis palustris Jacq.

Orchidea Palustre

EN

Orchis patens Desf.

Orchidea Palermitana

CR

Primula apennina Widmer

Primula Appenninica

EN

Aquilegia bertolonii Schott

Aquilegia di Bertoloni

VU

Ranunculus fontanus C. Presl.

Ranuncolo delle Fonti

VU

Euphrasia genargentea (Feoli) Diana

Eufrasia di Gennargentu

CR

Epipactis tremolsii Pau

 

EN

Cyclamen purpurascens Mill.

Ciclamino delle Alpi

 

 

Legenda:

CR: Gravemente Minacciato

EN: Minacciato

VU: Vulnerabile

 

 

 

CONCLUSIONI:

 

La flora del nostro pianeta e del nostro paese gioca un ruolo chiave fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi. Come ogni cosa in Natura, anche il fiore selvatico, è un prezioso tassello che contribuisce alla biodiversità degli habitat: patrimonio insostituibile e che va preservata ad ogni costo.

Perdita di biodiversità significa perdita di variabilità genetica; perdita in specie, impoverimento ambientale ad alto impatto ecologico e socio-economico.

Ogni organismo è presente per un motivo e segue le rigide regole che la Natura ha prefissato e che hanno permesso di mantenere la vita sulla Terra.

 

Osservare il ciclo delle stagioni sui fiori, il passaggio da germoglio a piantina, da bocciolo o esplosione di colori e profumi; il comportamento degli insetti impollinatori che ne permettono la proliferazione, e di tutti organismi che se ne nutrono o che sotto i loro petali si riparano da sole e pioggia.

Osservare la fine apparente del loro ciclo durante la stagione autunnale e la loro quiescenza durante quella invernale; per poi rivederli di nuovo lì, dove li avevamo lasciati l’anno precedente, magari un po più numerosi.

 

Forse raccoglierli ci piacerà un po’ meno…

 

 Articolo di Sara Boninsegna

 

 

FONTI

 

https://www.minambiente.it/pagina/repertorio-della-flora-italiana-protetta

http://www.isprambiente.gov.it/files/eventi/2013/specie-erbacee/Bretzel_Benvenuti_Romano_Piotto.pdf

https://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/biblioteca/protezione_natura/qcn_38_linee_guida_traslocazione_specie.pdf

https://royalsocietypublishing.org/doi/full/10.1098/rspb.2006.3721

Robert I. Bowman 1966 The Galápagos: Proceedings of the Symposia of the Galápagos International Scientific Project

https://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/biodiversita/lista_rossa_flora_italiana_policy_species.pdf

Conti et. Al 2005 An annoteded checklist of Italian Vascular Flora, Palombi Editori

A . Scoppola e C. Blasi 2005 Stato delle conoscenze Sulla flora vascolare in Italia, Palombi Editori

Scoppola e G. Scampinato 2005 Atlante delle specie a rischio di estinzione

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Articolo scritto da un nostro associato o un collaboratore esterno dell'Associazione ETICOSCIENZA