
IL CEBO E IL MILLEPIEDI: DROGA O INSETTICIDA?
Maggio 21, 2018I cebi dal cornetti (Cebus apella) e in generale le scimmie cappuccine del genere Cebus Sud Americane strofinano sul loro corpo dei millepiedi che producendo dei benzoquinoni, hanno proprietà repellenti per gli insetti, i batteri e i parassiti.
In queste fotografie scattate dall’etologa Chiara Grasso all’interno del santuario free-roaming Monkeyland in Sudafrica, possiamo vedere un esemplare di Cebus apella impegnato a cospargersi della secrezione di un millepiedi africano. Le teorie che si possono abbracciare in questo caso possono essere: il controllo ectoparassitario, il trattamento di malattie della pelle, il rafforzamento della comunicazione olfattiva, la produzione di una sensazione piacevole sulla pelle, e l’induzione di uno stato psicotropo. In alcuni casi, infatti, alcune specie di millepiedi (Anadenobolus monilicornis), vengono utilizzate dalle scimmie cappuccine e dalle scimmie civetta per produrre uno stato di eccitazione che dura circa 30 minuti.
Che si stesse drogando, o che si stesse disinfettando non si sa, ma quello che è sicuro è che un tale comportamento auto-medicativo e/o volontariamente inebriante è prova di un’incredibile capacità cognitiva.
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Etologa
Laurea Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche presso l’Università di Torino e specializzazione con una Laurea Magistrale in Evoluzione del Comportamento Animale e dell’Uomo presso l’Università di Torino. Dopo aver svolto uno stage formativo presso il “Bioparc Valencia” (Valencia, Spagna) ed essere stata guida naturalista e ricercatrice presso “Monkeyland Primate Sanctuary” (Plettenberg Bay, Sudafrica), ha ricoperto il ruolo di Wildlife Manager presso “Kids Saving the Rainforest – Wildlife Sanctuary and Rescue Center” (Quepos, Costa Rica). E’ stata finalista nazionale del contest di comunicazione scientifica “Famelab 2018”, dopo essersi classificata prima nelle selezioni locali di Modena. Attualmente collabora nell’ambito dell’educazione ambientale con il Parco fluviale Gesso e Stura, oltre ad occuparsi di divulgazione scientifica presso l’Associazione ETICOSCIENZA.
chiaragrasso.eticoscienza@gmail.com