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CROAZIA: MARMOSET E PAPPAGALLI SFRUTTATI PER I SELFIE DEI TURISTI

marmoset abusato croazia

ETICOSCIENZA si è occupata di un’inchiesta sul turismo insostenibile fatto sulla pelle degli animali. Un turismo in cui, ancora nel 2019, vengono utilizzati animali esotici e selvatici per spillare soldi a turisti ignoranti.
Ci siamo trovati quindi in Croazia, a Zara, il 7 luglio 2019 e la scena che ci si è palesata davanti era degna di un film dell’orrore:

 

1) Nella strada principale della città, un uomo aveva una scimmia (Marmoset – Callithrix jacchus) legata a una corda sulla sua spalla. L’uomo è stato circa 4 ore e mezza in strada con la scimmia legata sulla spalla, a cui non è mai stata data nemmeno dell’acqua. Dal video riportato, è apparente come la scimmia fosse stressata. Movimenti stereotipati, vocalizzi, pilo-erezione.
Ma era normale che la poveretta si trovasse in una situazione stressante: oltre alla forzata interazione con il padrone, era anche obbligata a posare addosso ai turisti e avendo fatto un conto approssimativo, abbiamo contato che davanti all’uomo siano passate circa 750 persone in un’ora (circa 3200/3500 passanti in 4 ore e mezza) e chiaramente, essendo le 20.00, era presente molto rumore, luci, urla e caos.
Non sono certo le condizioni ideali per una scimmia, il cui habitat dovrebbe essere tra gli alberi brasiliani. L’uomo la usava appunto per far fare selfie ai turisti, e guadagnare 20 kune (circa 3 euro) per selfie.
Purtroppo in Croazia è ancora legale tenere primati come animali da compagnia, ma l’uomo aveva tutte le licenze per poter tenere la scimmia? I Marmoset si trovano nell’allegato II della CITES, motivo per cui la detenzione ed il commercio devono essere regolamentati e vincolati da certificati e permessi. L’uomo aveva tutti i certificati e le licenze per lucrare e lavorare con la scimmia? Chi garantisce che l’animale selvatico in queste condizioni possa soddisfare i suoi bisogni etologici e biologici? Nessuno.
Per questo ETICOSCIENZA ha subito provveduto ad esporre denuncia alla CITES, alla polizia locale e alle associazioni animaliste sul territorio croato ed internazionale.

2) A pochi metri dall’uomo con la Marmoset, ci siamo trovati due ragazzi con 3 pappagalli: Ara arauna, Cacatua alba e un pappagallo del genere Amazona. Le 3 specie di pappagalli si trovano anch’esse nell’Allegato II della CITES. Come potete vedere nel video, gli animali sono in uno stato apparente di sofferenza: stereotipie, comportamenti anormali e autolesioni. Comportamenti che indicano una condizione di abuso e non certo di benessere. Anche in questo caso gli animali venivano utilizzati allo scopo di fare soldi con i turisti, in cambio di un selfie. Le penne remiganti delle ali sono state tagliate chiaramente per evitarne il volo, così i pappagalli venivano letteralmente afferrati e posizionati sulle spalle o sulla testa dei turisti, in un apparente condizione di distress.

E per la stessa ragione dell’uomo con la scimmia, ci siamo chiesti se i ragazzi avessero i permessi e le licenze per esporre e utilizzare gli uccelli. Avevano la documentazione per tenerli?

 

Chiaramente non esiste nessuna documentazione, né certificazione valida che ti permetta di speculare sul “tuo animale” per strada. Sono tutte attività che vengono fatte in nero, illegalmente, contrastando la legge, sfruttando gli animali e spesso truffando i turisti e sono quindi da denunciare!
Ma prima di tutto bisogna sensibilizzare i turisti su quanto si celi dietro alle loro foto. Dietro ad un selfie con una scimmia, un pappagallo, un elefante o una tigre si celano orrori che spesso si preferisce non sapere. Dietro ad una bella foto profilo ci sono animali selvatici obbligati ad interazioni innaturali con l’Uomo, animali sottratti alla madre, animali abusati, addestrati, rinchiusi in gabbie che vengono aperte solo per essere legati ad una corda e posare con i turisti.

 

La Croazia è un paese che sempre di più ospita turisti internazionali: da italiani, tedeschi, inglesi, francesi e americani. Sebbene alcuni turisti fossero attratti da queste attrazioni (per lo più cinesi e croati), la maggior parte dei turisti stranieri ne erano inorriditi, sconvolti e trascinavano via i bambini. Questo ci dimostra come questo turismo nero fatto sulla pelle degli animali non è più una fonte di reddito importante per le popolazioni locali. C’è sempre più sensibilità sul benessere e la gestione degli animali selvatici e la consapevolezza di cosa si celi dietro queste attrazioni, aumenta giorno dopo giorno.
Tuttavia è incredibile pensare come a pochi km dal confine italiano sia ancora legale la detenzione di primati come animali selvatici (sebbene non vediamo differenza tra un primate ed un pappagallo o un suricata).

ETICOSCIENZA ha fatto denuncia, perchè tutto questo sfruttamento animale deve finire. Gli animali non sono nostri e bisogna imparare a rispettare il limite tra noi e un animale selvatico.
Se andate in Croazia o in qualsiasi altro paese e vedete scene simili, denunciatele alle autorità competenti, o scriveteci e vi indirizziamo noi.
Questo turismo insano deve finire!

 

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Autore

Etologa

Laurea Magistrale in Evoluzione del Comportamento Animale e dell'Uomo presso l'Università di Torino. Dopo aver svolto uno stage formativo presso il "Bioparc Valencia" (Valencia, Spagna) ed essere stata guida naturalista e ricercatrice presso "Monkeyland Primate Sanctuary" (Plettenberg Bay, Sudafrica), ha ricoperto il ruolo di Wildlife Manager presso "Kids Saving the Rainforest - Wildlife Sanctuary and Rescue Center" (Quepos, Costa Rica). E' stata finalista nazionale del contest di comunicazione scientifica "Famelab 2018" ed ha partecipato come relatrice a TEDxRovigo 2019. Dal 2019 è guida escursionistica ambientale certificata e socia della Società Italiana di Etologia. Nel 2020 ha ottenuto l'attestato FGASA come guida safari in Africa e il certificato di Track and Sign da Cybertracker level I. Attualmente si occupa di divulgazione scientifica presso l'Associazione ETICOSCIENZA. Da marzo 2021 è stata nominata all'interno del Consiglio di Amministrazione del Bioparco di Roma.

chiaragrasso.eticoscienza@gmail.com