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IL PRIMO SQUALO FLEXITARIANO AL MONDO CHE PASCOLA NEI MARI

I ricercatori hanno scoperto la prima specie di squalo martello onnivora mai registrata.

 

Articolo scritto da Simone Parlato, che ha seguito il nostro corso online in Comunicazione e Divulgazione scientifica.

 

 

Gli squali sono famigerati carnivori, abili predatori, noti soprattutto per la loro voracità. Solitamente la loro dieta è composta prevalentemente di piccoli pesci, polpi, calamari e crostacei.

Lo squalo martello, nello specifico è un cacciatore che sfrutta la sua fisiologia per catturare le prede. Infatti, sembrerebbe che la strana forma della sua testa gli permetterebbe di individuare meglio la sua preda aiutandolo nella cattura. Tuttavia, come è ormai noto, la natura è sempre in grado di sorprendere; Riuscendo, dove è possibile a trasmutare idee radicate. Alcuni scienziati, infatti hanno individuato la prima specie di squalo che sarebbe onnivora.

Gli squali Bonnethead (Sphyrna tiburo), parenti stretti dello squalo martello sono animali dalle dimensioni ridotte. Lunghi all’incirca un metro, solitamente pattugliano le coste oceaniche degli Stati Uniti.  Oltre all’ordinario consumo di invertebrati come i calamari, sono stati osservati mentre si nutrivano anche di grandi quantità di alghe.

Inizialmente, l’analisi del suddetto squalo è partita con la contaminazione di supposizioni errate da parte degli scienziati. Infatti, gran parte dei ricercatori riteneva che l’enorme presenza di alghe presente negli stomaci degli squali, venisse ingerita in maniera accidentale. Non si sapeva quindi se effettivamente i pesci fossero in grado di digerire le piante acquatiche, e di assorbirne i nutrienti.

Samantha Leight ed il suo team di ricercatori dell’Università della California hanno poi analizzato gli enzimi digestivi all’interno dei pesci. Tale composto proteico sarebbe in grado di distruggere elementi complessi come la cellulosa ed i carboidrati, scoprendo che l’animale è del tutto in grado di portare a termine il percorso digestivo e nutriente.

Per avere conferme da questo processo, i ricercatori hanno effettuato alcune osservazioni in cattività a cinque squali bonnethead. Gli animali sono stati inseriti in un grande acquario, reso un ambiente famigliare e fedele a quello degli squali martello, comprensivo anche delle alghe provenienti dalla costa Statunitense.

I vegetali, in seguito sono stati segnati grazie all’uso di una particolare forma di carbonio-13, per permettere di capire se i cinque pesci scegliessero le alghe in maniera consapevole o accidentale.

 

 

Seguendo un regime di dieta composto in prevalenza da alghe, e in minima parte di calamari per varie settimane, i ricercatori hanno potuto appurare come gli squali non solo non abbiano perso peso, ma neanche abbiano riscontrato particolari segni di indebolimento. Fondamentale è anche il dato, riscontrato grazie al prelievo del sangue, nel quale ne consegue la presenza di alti livelli di carbonio-13, il quale sarebbe derivato proprio dalle alghe presenti nella loro insolita alimentazione.

Una scoperta a dir poco sensazionale, che fa del bonnethead il primo squalo onnivoro mai registrato.

A rendere ancora più incredibile questa notizia sono le sue future implicazioni ecologiche in quanto, come sostengono gli autori l’alimentazione di questa specie contribuirebbe a trasportare i nutrienti all’interno delle delicate praterie di alghe.

 

Fonti: https://www.nature.com/articles/d41586-018-06173-y

http://rspb.royalsocietypublishing.org/content/285/1886/20181583

 

Simone Parlato

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Autore

Articolo scritto da un nostro associato o un collaboratore esterno dell'Associazione ETICOSCIENZA