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IL SEGRETO DELLE MIGRAZIONI

Articolo di Sara Boninsegna, nostra associata – che ha completato e superato il nostro corso di divulgazione scientifica.

 

Da sempre il fenomeno delle migrazioni ha affascinato l’uomo. In particolari momenti dell’anno, da diverse parti del mondo orde di animali partono per affrontare viaggi spesso al limite della sopravvivenza per raggiungere luoghi dove svernare e riprodursi, per poi ritornare sempre insieme sui propri passi. L’azzurro del cielo e il blu del mare si tappezzano di ombre che, passando sopra le nostre teste o sotto i nostri piedi ci incantano: dagli uccelli ai pesci, dai rettili agli insetti.

 Ma cerchiamo di comprendere meglio…

Cosa sono le migrazioni?

Come si evince dal testo TUTELA DELLE SPECIE MIGRATRICI E DEI PROCESSI MIGRATORI – MINISTERO DELL’AMBIENTE, “la migrazione è quello straordinario fenomeno biologico per cui una specie si muove da un’area geografica ad un’altra alla ricerca di condizioni ambientali, climatiche o trofiche migliori”

Già presente nella preistoria, gli animali sono spinti da un impulso genetico a intraprendere viaggi, anche di migliaia di km al fine di massimizzare il successo riproduttivo e garantire, quindi, la sopravvivenza della specie.

Interrompono gli schemi comportamentali abituali legati alla territorialità e all’aggressività intraspecifica, diventano gregari e partono in gruppo verso la meta.

Estenuanti e spesso causa di perdite di esemplari che non sopravvivono alla fatica, questi viaggi impongono settimane di preparazione.

Quali animali migrano?

Numerose sono le specie animali che migrano, tra queste vi sono: CHIROTTERI, PESCI, TARTARUGHE MARINE, INVERTEBRATI, PESCI PELAGICI E I CETACEI e infine gli UCCELLI: certamente gli animali che più conosciamo come migratori. Sono circa 50 miliardi appartenenti a circa 250 specie diverse, gli esemplari che ogni anno sorvolano i nostri cieli.

Solo l’Italia vede 2 miliardi di animali in migrazione: data la sua fortunata posizione tra la calda Africa e la fredda Europa del nord, è un importante corridoio ecologico nonché zona di sosta e nidificazione. (Agostini 2002)

 

Come si orientano gli animali?

Gli animali in migrazione seguono le ROTTE MIGRATORIE, definite e costanti per giungere nelle aree di nidificazione e quindi in quelle di svernamento. Gli uccelli in particolare, hanno una CARTA GEOGRAFICA MENTALE dei territori dove vivono e che attraversano. Memorizzano nel tempo, la conformazione e le caratteristiche ambientali (fiumi, laghi, catene montuose…)

La loro capacitò di orientamento è qualcosa di affascinante e straordinario, che da sempre ha incuriosito l’uomo e che, nonostante le nuove scoperte scientifiche apparentemente sempre più vicine a svelarne il segreto, ancora oggi resta un mistero. Gli uccelli, come altri animali migratori, sono in grado di percepire il campo magnetico terreste e, come una bussola, sanno sempre la direzione giusta da prendere. L’ipotesi che gli uccelli migratori utilizzino il campo geomagnetico per l’orientamento era stata proposta già nel 1859 ( von Middendorff, 1859 )

Come è chiaramente spiegato da Eric Hand (Science Deputy News Editor) in un filmato della rivista scientifica SCIENCE, pare che la teoria più accreditata a spiegare questo “sesto senso” sia il fenomeno noto come MAGNETORECEZIONE

 Il mistero della magnetorecezione:

La magnetorecezione sembra dipendere dal meccanismo a COPPIE RADICALI (Magnetoreception in birds, Wiltschnko & Wiltschnko 2019).

Il meccanismo a coppie radicali, con cui un campo magnetico altera la resa del prodotto delle reazioni delle coppie radicali, è ormai ben consolidato teoricamente e sperimentalmente ( Salikhov et al., 1984 , Steiner e Ulrich, 1989 ).

Ma cerchiamo di capire: lo spettro elettromagnetico è l’insieme di tutte le frequenze delle radiazioni. Lo spettro ha al suo interno una parte visibile e una parte non visibile sulla base delle diverse lunghezze d’onda che caratterizza ogni tipologia di radiazione. La luce emessa dal sole che riesce ad attraversare l’atmosfera rientra nelle lunghezze d’onda visibili ai nostri occhi e attraverso il fenomeno della rifrazione, ci permette di vedere i colori.

Tra le radiazioni con lunghezze d’onda non visibili troviamo ad esempio gli infrarossi, i raggi x e gli ultra violetti.

Quando la luce colpisce la retina dell’occhio, i fotorecettori che si trovano su di essa elaborano l’energia della luce e la trasformano in segnali elettrici che a loro volta vengono trasmessi al cervello attraverso il nervo ottico.

Sembra che negli animali con capacità magnetorecettive, la luce blu, con la sua particolare lunghezza d’onda, sia energia sufficiente ad innescare in particolari fotorecettori, denominati CRIPTOCROMI (delle flavoproteine), reazioni a coppie radicali.

Tali reazioni sono magneto-sensibili, subiscono quindi l’influenza delle variazioni del campo magnetico terrestre. Alterando le capacità percettive dell’ambiente circostante, rendono queste specie animali capaci di orientarsi secondo il campo magnetico terreste come l’ago di una bussola; inoltre ne modificano capacità e comportamento.

Ad esempio, è stato dimostrato che i criptocromi sono coinvolti anche nella regolazione dei ritmi circadiani sonno/veglia( Cashmore et al., 1999 ) per i quali sono stati riportati effetti del campo magnetico ( Moore-Ede et al., 1992 ).

 

 Normative e Direttive di conservazione

In Italia ci sono circa 32 siti considerati importanti per i migratori, definiti grazie alle varie tecniche di monitoraggio e censimento (ad esempio l’inanellamento negli uccelli).

14 di questi siti sono costantemente tenuti monitorati (Giraudo 2007),

Numerose sono le Direttive e le Convenzioni che salvaguardano gli animali migratori e i loro habitat, tra queste cito:

·         Dir. Habitat 94/43/CEE e la Dir. Uccelli 79/409/CEE

·         Convenzione di Ramsar 1971 per la conservazione delle zone umide, habitat degli uccelli acquatici

·         Convenzione di Bonn 1979 per le specie migratrici

·         Convenzione di Barcellona 1995 per la conservazione dell’ambiente marino e della regione costiera del Mediterraneo

La perdita degli habitat, è la prima causa di minaccia alla sopravvivenza dei migratori. A questo si aggiungono atti di bracconaggio e un’attività venatoria poco controllata, i cambiamenti climatici e le infrastrutture impattanti (es. elettrodotti, impianti eolici, di illuminazione etc…). Attraverso tali direttive e convezioni si tenta di limitare la perdita di biodiversità degli animali migratori.

Curiosità

Tra gli animali con le migrazioni più straordinarie possiamo ricordare:

 -Farfalla monarca: affrontando una delle migrazioni più uniche in natura, questo insetto compie ogni anno un viaggio lungo migliaia di km, dagli USA occidentali e a est delle montagne rocciose, fino alla California e al Messico, in un’unica generazione.

-Starna Artica: piccolo uccello marino che migra dall’artico all’antartico e viceversa arrivando a compiere fino a 900000 km ogni anno andata/ritorno. La sua è la migrazione più lunga mai documentata

Sardine Sardinops sagax: il loro viaggio, è noto tra gli appassionati di immersioni subacquee di tutto il mondo come il Sardine Run. Banchi di migliaia e migliaia di esemplari si muovono insieme nelle acque del Sud Africa raggiungendo dimensioni epiche: 7km di lunghezza per 1,5km di larghezza aggiudicandosi il primato di migrazione più grande del mondo in cifre

Conclusioni

Le rotte migratorie, le FLYWAY, sono il frutto di migliaia di anni di selezione naturale, caratterizzati da variazioni ambientali, stagionali e climatiche. Per questo i migratori sono considerati indicatori dei cambiamenti climatici.

Gli animali che migrano rappresentano un’importante componente della biodiversità mondiale, e in quanto tale necessitano di una maggior attenzione e di una sinergica collaborazione tra gli stati che sono uniti tra loro dalle linee invisibili tracciate dagli animali in viaggio attraverso le rotte migratorie.

Anche nel nostro piccolo possiamo contribuire a preservare la sopravvivenza degli animali in migrazione. Pensiamo ad esempio all’importanza ecologica delle siepi lungo gli agrosistemi, questi piccoli habitat possono dare riparo ai piccoli passeriformi in viaggio e essere importante sito riproduttivo per numerosi invertebrati, tra cui gli insetti impollinatori, utili all’agricoltura.

Che ognuno di noi sia promotore di un futuro BIODIVERSO!

 Bibliografia:

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Autore

Articolo scritto da un nostro associato o un collaboratore esterno dell'Associazione ETICOSCIENZA