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I MAESTRI DELLA FITOTERAPIA

Articolo di Enzo Fangio, che ha sostenuto il nostro corso di Comunicazione e Divulgazione scientifica

Come gli animali ci hanno insegnato ad utilizzare i rimedi naturali con le loro pratiche  di automedicazione.

L’uomo, fin dagli albori della vita, è stato un attento osservatore degli eventi e delle leggi che regolano la natura. Grande curiosità è stata sempre rivolta verso gli animali e alla loro capacità di automedicarsi, grazie alla conoscenza  delle piante e delle loro proprietà. In natura gli animali impiegano infatti le piante medicinali sia come terapia che profilassi. 

Questa loro capacità di automedicarsi è nello stesso tempo innata e appresa e, la zoofarmacognosia , disciplina scientifica multidisciplinare, cerca di comprendere questo fenomeno, studiando i modi con cui, in natura, gli animali curano varie patologie, attingendo dalle piante a dai loro principi attivi che spesso sono tornati utili alla medicina umana.

Esempi di animali che si curano con piante frutta ed altri rimedi sono numerosissimi e descrizioni di automedicazioni animali si ritrovano già negli scritti dei filosofi latini come Eliano che, nella sua opera “ Storia degli animali” , III sec. D.C. , scrive :

”La Natura ha messo a disposizione dei cani, come rimedio per le loro ferite, l’erba. Se i cani sono disturbati dai vermi, se ne possono liberare mangiando il cosiddetto grano non mietuto.” 

Osservare cani e gatti che frugano tra l’erba per cercare piante con proprietà emetiche e per spurgare il loro apparato digerente sarà capitato a tutti.

 I primi usano mangiare la Malva, soprattutto le radici, per le proprietà benefiche sull’apparato digerente. 

I Gatti invece vanno alla ricerca di Nepta Cataria, la cosiddetta “ erba gatta”, per le sue proprietà sedative e digestive. Essa aiuta l’animale ad eliminare gas intestinali ed espellere il bolo di pelo dallo stomaco. 

Altri esempi di ingestione di erbe medicinali si ritrovano tra gli scimpanzé che utilizzano le radici e le foglie di Aspillia, pianta che produce un principio attivo dalle proprietà antibatteriche e antimicotiche. Le foglie, inoltre, ingerite  intere, per la loro consistenza e superficie rugosa fungono da antielmintico. Quando sono malati ,invece, gli scimpanzé si curano con le foglie di Vernonia amygdalina nota per le proprietà terapeutiche. 

Altre specie vegetali, sono consumate invece per il loro potere curativo come antiparassitari, antibiotici o antidoti per tossine da smaltire.

Diverse specie di uccelli sono note per inserire fogliame fresco nei nidi, non per motivi strutturali, ma per importanti funzioni antimicrobiche , antibatteriche e antiparassitarie.

Altri comportamenti con attività terapeutiche, sono le applicazioni topiche, tipiche degli animali con peli o piume, spesso affetti da parassiti esterni. 

Le scimmie cappuccino  del Costa Rica,  miscelano con la loro saliva alcune parti di piante, come bacelli di Soanea o foglie di Piper , per poi strofinare vigorosamente il bolo sul pelo, preparato utilizzato anche dalle popolazioni locali per trattare le irritazioni cutanee e come repellente degli insetti. 

L’orango del Borneo è capace di fare una sorta di preparazione galenica masticando le foglie di Commellina  per alcuni minuti, producendo una schiuma verdastra che si spalma lungo gli arti per scopi antinfiammatorio e antibatterico. 

Capitolo a parte meriterebbero gli animali sociali, coma le api e le formiche dove lo stato di benessere di ogni singolo membro è fondamentale per l’intera comunità. Per questi insetti si parla di medicina sociale, in quanto, i composti di origine naturale che hanno un’azione benefica, come le resine ad azione antimicrobica, non riguardano solo il singolo individuo ma l’intera comunità.

Gli esempi di automedicazione animale sono innumerevoli ed abbiamo ancora tanto da imperare osservando il comportamento animale che, nel corso dei millenni, ci ha aiutato a selezionare e descrivere innumerevoli piante medicinali utilizzate nei rimedi tradizionali, anche in maniera grossolana.

La moderna fitoterapia dà evidenze scientifiche alle piante officinali, selezionandole ed estraendone i principi attivi, che opportunamente purificati e ponderati ci aiutano a  trattare o prevenire svariate malattie.

Se abbiamo quindi sempre più medicamenti naturali, gran parte, lo dobbiamo ai nostri amici animali, maestri della fitoterapia. 

 

Enzo Fangio

Informatore scientifico del farmaco e del parafarmaco

 

Bibliografia

  • CHRISTIAN LENZI  “I segreti dell’imunità “  Christian Lenzi 
  1. Lindau 2020
  • HUFFMAN A. MICHAEL “Current  Evidence for Self-medication in Primates” 1997
  • RODRIGUEZ & WRANGHAM “Zoopharmacognosy: The use of medicinal plants by animals”  1993
  • GIORGIO SAMORINI  “Animali che si curano”  2013 
  • ACCADEMIA ITALIANA DI FITOTERAPIA “Storia della fitoterapia”

  Immagini tratte da Pixabay.it

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Autore

Articolo scritto da un nostro associato o un collaboratore esterno dell'Associazione ETICOSCIENZA