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UCCIDERE O CATTURARE LE MEDUSE É UN REATO

uccidere meduse

UCCIDERE O CATTURARE LE MEDUSE É UN REATO.

I bagnanti dovrebbero sapere che prelevando meduse e uccidendole, si va incontro a reati, pertanto penali.
Chi maltratta un animale, ed in tale categoria rientra la medusa, ai sensi dell’articolo 544 ter del Codice penale, rischia da tre mesi a un anno di reclusione o la multa da 3000 a 15.000€, con aumento della meta’ in caso di morte.

Tale articolo, come confermato da precedenti sentenze della Corte di Cassazione, non si riferisce alle sole lesioni fisiche, ma é riconducibile anche a sofferenze di carattere ambientale, comportamentale, etologico o logistico, comunque capaci di produrre sofferenza agli animali in quanto esseri senzienti.

È facilmente intuibile come prelevare dal loro habitat naturale animali e riporli, anche temporaneamente, in secchielli o simili luoghi del tutto sconosciuti agli animali in questione ed inadeguati alle loro caratteristiche etologiche, sia per gli stessi fonte di grande stress, e causa di sofferenze, penalmente rilevanti.

 

 

COSA FARE QUINDI?
Se nuotando vedete una medusa, allontanatevi e tornate a riva avvisando gli altri bagnanti.
Nel caso ci fosse un’invasione di meduse, la prima cosa da fare é chiamare la guardia costiera o la capitaneria di porto nella zona in cui vi trovate e aspettare che vi dicano loro come intervenire.

Se vedete qualcuno che si invece diverte a fare l’eroe con il retino e cattura/uccide la medusa, avvisatelo che sta compiendo un reato e invitatelo a rilasciare l’animale più a largo e lontano dalla riva.
Se non vi fa caso, avvisate la capitaneria di porto, che dovrà prontamente intervenire.

Ricordiamoci che il mare è casa loro. L’Uomo é, come sempre, un invasore di questo habitat e pertanto deve rispettare fauna e flora che lo abitano. Animali urticanti compresi.
Perché tra un orso e una medusa differenze non ce ne sono e se tanto ci scandalizzano coloro che vogliono uccidere i lupi e gli orsi, allo stesso modo dovremmo scandalizzarci per il papà che uccide meduse con il figlioletto.

Permettere tali atti, soprattutto a bambini, o davanti ad essi, inoltre, non è solamente diseducativo ma compromette fortemente il rapporto che i minori potrebbero instaurare nella loro vita con il mondo animale, e più in generale con gli altri essere umani. Trattare qualsiasi animale, anche il piú piccolo, come se fosse un giocattolo o una cosa, non considerando il fatto che sia anch’esso un essere senziente e quindi in grado di provare dolore e sofferenza, non educa alla sensibilità ed al rispetto verso gli altri.
E quando si assiste ad un genitore o ad un ragazzo che prende da eroe la medusa per finirla sotto il sole, condannando l’animale ad un’agonia atroce, allora si comprende il perché la società moderna e tecnologica attuale sia considerata da tanti studiosi come una delle piu’ mediocri a livello culturale dell’intera storia umana.

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Autore

Etologa

Laurea Magistrale in Evoluzione del Comportamento Animale e dell'Uomo presso l'Università di Torino. Dopo aver svolto uno stage formativo presso il "Bioparc Valencia" (Valencia, Spagna) ed essere stata guida naturalista e ricercatrice presso "Monkeyland Primate Sanctuary" (Plettenberg Bay, Sudafrica), ha ricoperto il ruolo di Wildlife Manager presso "Kids Saving the Rainforest - Wildlife Sanctuary and Rescue Center" (Quepos, Costa Rica). E' stata finalista nazionale del contest di comunicazione scientifica "Famelab 2018" ed ha partecipato come relatrice a TEDxRovigo 2019. Dal 2019 è guida escursionistica ambientale certificata e socia della Società Italiana di Etologia. Nel 2020 ha ottenuto l'attestato FGASA come guida safari in Africa e il certificato di Track and Sign da Cybertracker level I. Attualmente si occupa di divulgazione scientifica presso l'Associazione ETICOSCIENZA. Da marzo 2021 è stata nominata all'interno del Consiglio di Amministrazione del Bioparco di Roma.

chiaragrasso.eticoscienza@gmail.com