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JOVANOTTI, MA ERA PROPRIO IL CASO?

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(Una nuova tappa, a Ferrara, mette a rischio la conservazione di una specie a rischio di estinzione)

 

Se ne sta parlando ormai da molto, Jovanotti e i suoi concerti in spiaggia: il nuovo tour estivo toccherà 12 spiagge italiane. Da Lignano Sabbiadoro a Praia a Mare, da Rimini a Olbia. Sono tutte spiagge incantevoli che Jovanotti promette di lasciare «meglio di come sono state trovate». Del resto il suo impegno sociale per salvaguardare la natura è noto. Jovanotti ci ha poi tenuto a precisare che il tour è organizzato con il WWF e che il Jova Beach Tour «può essere una vera figata», non tanto perché il villaggio itinerante vedrà tanti ospiti sullo stage, ma perché ogni dettaglio del tour è pensato per rispettare la natura.
Anche il fratino, diventato ormai famoso grazie a (per colpa di) questo tour.

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Ma chi è questo fratino e perché questi concerti minacciano la sua conservazione? Il Fratino (Charadrius alexandrinus) è un piccolo uccello limicolo che ha scelto i litorali sabbiosi come ambiente d’elezione per riprodursi e la cui popolazione in Italia risulta essere purtroppo a rischio di estinzione. In Italia infatti si registrano ogni anno dalle 1000/1.500 alle 1.800 coppie nidificanti, ma dal 1993 al 2010 la popolazione svernante è diminuita del 50%. Infatti, a causa dell’intenso e crescente sfruttamento dell’ambiente costiero da parte delle attività umane, le popolazioni di questa specie subiscono ormai da alcuni anni un progressivo declino. Se già in Europa la specie registra una consistente diminuzione, in Italia la situazione è ancora più grave. Nel nostro paese la specie è classificata come “In pericolo” nella Lista Rossa degli Uccelli nidificanti redatta dall’IUCN, poiché la popolazione nazionale italiana di fratino è diminuita di almeno il 50% negli ultimi 10 anni. Ma in alcune regioni, come il Lazio, il calo demografico è arrivato a superare il 70%.
Inoltre questa specie è stata inserita dalla Comunità Europea nell’Allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE come “specie di interesse comunitario”.
Questo perché il fratino, oltre a essere a rischio di estinzione, è un importante indicatore della salute e della buona gestione della duna costiera, della biodiversità, tanto da essere considerato un elemento per l’assegnazione della Bandiera Blu.

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Il Fratino depone le uova (di solito tre) direttamente sulla sabbia, in quelli che sono letteralmente nidi invisibili, su spiagge in cui è presente ancora la duna costiera: un ecosistema ormai quasi scomparso dalle coste italiane. Dopo una cova che dura circa 21-27 giorni, i pulcini restano nello stesso ambiente per imparare a procacciarsi il cibo. Ci vogliono almeno due mesi perché una coppia di fratini abbia modo di riprodursi, cioè di accoppiarsi, deporre le uova, farle schiudere e portare all’involo i piccoli: ci vuole circa un mese prima che i piccoli pulcini siano pronti per librarsi in volo. E in questo lasso di tempo, dunque, i fratini sono molto vulnerabili.

Il fratino, di per sé, è una specie indifesa nei confronti dei predatori naturali, come cornacchie grigie e gabbiani reali, molto più grandi di lui. Non ha artigli, né un becco affilato: né gli adulti, né i piccoli ne sono muniti. Quando il nido è minacciato da un predatore i genitori possono solo provare ad attirare su di loro l’attenzione, distrarre e allontanare il predatore, e salvarsi volando via. Per i pulli nati da poco, che ancora non sanno volare, invece, l’unica difesa è il mimetismo.

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Ma a minacciare la conservazione del fratino sono soprattutto una serie di attività umane. Questa specie, infatti, si riproduce e alleva i piccoli tra i mesi di marzo e agosto: proprio quando noi umani ci riversiamo sul litorale per scappare alla calura estiva. Il fratino corre seri rischi per attività che a noi sembrano del tutto normali: come la pulizia meccanica delle spiagge, stabilimenti balneari affollati, magari costruiti in cemento e con parcheggi subito dietro o sulle dune sabbiose. O ancora aperitivi in spiaggia, e passeggiate con i cani lasciati liberi di correre senza guinzaglio. Tutte queste azioni però, se realizzate senza una regolamentazione, mettono in pericolo il fratino: determinano lo schiacciamento delle uova o dei piccoli, riducono il suo habitat, interrompono la tranquillità, allarmano i genitori che si alzano dal nido rischiando di far cuocere le uova al sole.

Senza contare che passeggiando sulle dune o per la spiaggia, anche noi (o i nostri cani) potremmo calpestare nidi e uova (piccolissime). I nostri cani, lontani da noi, potrebbero mangiarle, o inseguire i pulli. Sono state proprio queste attività, oltre alla distruzione delle dune costiere e alla cementificazione dei litorali a far crollare la popolazione dei fratini italiani.
Insomma, il fratino non se la passa benissimo!
Così, proprio per salvaguardare questa specie nella nostra penisola, nel 2013 è nato il Comitato Nazionale per la Conservazione del Fratino (CNCF), costituito dagli ornitologi delle associazioni regionali e nazionali che operano a tutela della specie nelle singole regioni italiane.

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Come si evince da queste informazioni, la prima cosa che dobbiamo fare per aiutare il fratino è rivedere il nostro uso delle spiagge e capire quanto sia importante la conservazione delle dune costiere come habitat. La spiaggia non può essere considerata esclusivamente luogo di divertimento e svago, ma è soprattutto “la casa” di specie faunistiche e floristiche di grande pregio naturalistico e purtroppo sempre più rare lungo le coste italiane. Dunque, meno che mai ci si aspetterebbe che questi luoghi vengano scelti come posto idoneo a dei concerti in grande stile.

A tal proposito il problema non è solo la singola data, il singolo giorno in cui si svolgerà l’evento, ma a preoccupare è soprattutto quanto accadrà prima dei concerti nei siti interessati dal tour. Proprio in queste settimane, tra maggio e giugno, si prevedono i lavori nei siti che ospiteranno le tappe del tour e che coinvolgeranno le spiagge abitate dal Fratino.
Non dimentichiamoci, poi, che a risentire dell’impatto antropico non sarà solo il fratino, ma tutta la fauna compresa in quelle aree (alcune delle quali siti della rete Natura 2000) situate nei pressi dei concerti. Lorenzo Cherubini ha assicurato che il tour sarà plastic-free e che è stato progettato per essere eco-compatibile. E infine ha dichiarato: «a chi è giustamente preoccupato per il fratino, dico che anche io lo sono» e ha promesso «il Jova Beach Party arriverà dopo che il fratino ha nidificato e abbandonato la zona».

Ma non per tutte le tappe sarà così. Il CNCF si è attivato sin da subito inviando alla società che gestisce l’organizzazione dei concerti una serie di misure da rispettare, tappa dopo tappa, regione dopo regione, per non danneggiare dune e fratini. E il motivo è che non ci sembra ci siano misure sufficienti a non creare danni all’ecosistema dunale e ai suoi abitanti, nonostante dal 16 maggio 2018 sia nata la “Rete Fratino del WWF Italia”: un insieme di attivisti dell’Associazione che collaborano per coordinare le attività per la tutela del fratino nelle spiagge italiane. Appare chiaro che la collaborazione con il WWF, che patrocina l’evento, è un bel “green washing” per il Jova. Sia chiaro, non mettiamo in dubbio che il cantante abbia davvero a cuore la tutela dell’ambiente e che il suo gesto voleva essere probabilmente di sensibilizzazione. Ma purtroppo fatto con leggerezza e pensando a un solo aspetto di deturpazione dell’ambiente: la plastica.

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La domanda che sorge spontanea, anzi, le domande sono molte: perché? Era davvero necessario decidere di far arrivare migliaia e migliaia di persone in zone già minacciate e addirittura protette (vedi il caso di Torre Flavia)? E perché il WWF, con la sua rete fratino non ha posto il veto sulle spiagge scelte così delicate? Perché patrocinare un evento del genere? Perché non gestire da fuori i lavori dell’evento come tutte le altre associazioni ambientaliste (Legambiente, Lipu, Ardea etc…)? Non sarebbe più rispettoso per la natura che tanto si vuole celebrare, tenere il concerto in un’area adatta e con acustica perfetta?

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Immaginiamo che, come sempre, il WWF stia facendo il possibile affinché questo evento sia controllato ed ecologicamente poco impattante, assicurando che durante le date ci siano numerosi volontari pronti a sorvegliare le zone. Ma i volontari e le buone intenzioni, da soli, non bastano. Sicuramente la presenza del WWF limita di gran lunga gli eventuali problemi ecologici e favorisce una comunicazione più efficace tra ambientalismo e organizzazione dell’evento.

Grazie all’impegno delle associazioni ambientaliste, e non del WWF, sono state spostate già due date: quella prevista per il 16 luglio sulla spiaggia di Torre Flavia, a Ladispoli (Roma) e quella di Fermo che è stata posticipata al 3 agosto in accordo con la Lipu, evitando il mese di luglio per i fratini, anche se comunque è un cerotto su una ferita bella profonda. Di certo sarebbe stato meglio cambiare proprio spiaggia e non solo data. Gli animali non conoscono agende e la tutela dovrebbe avvenire sull’intera zona, indipendentemente dal giorno.
Al centro delle polemiche ambientaliste di questi giorni c’è una nuova tappa del tour: quella del di Lido degli Estensi (Ferrara).
Sembra che la sfortuna incomba nelle tappe del concerto, le cui spiagge sono sempre le stesse in cui nidifica il fratino. Non è un caso: le aree scelte per il tour sono le più belle, paesaggistiche e spesso più naturali che ci sono rimaste.

Lido degli Estensi è un’altra delle delicate zone in cui si trova l’uccello protetto.”Nulla contro di te e le tue canzoni, ma non possiamo esimerci dal chiederti di individuare un’area diversa per il Jova Beach Festival” scrive in una nota Legambiente Delta del Po per bocca del suo presidente Marino Rizzati. Nota in cui c’è un palese scontro anche con il WWF, che sta assicurando che i concerti del cantante siano in linea con la scelta plastic-free e la difesa dell’ambiente.”Da mesi chiediamo lo spostamento del concerto previsto a Lido degli Estensi. Che il WWF non sappia che le dune sono aree naturali protette ci risulta impossibile crederlo. Proprio per questo non comprendiamo gli amici del WWF che hanno giustificato tale evento in quell’area, considerato anche l’impegno della sezione ferrarese nella contestazione del discutibile progetto di ridimensionamento delle dune a favore dell’allargamento del porto di Porto Garibaldi, dove sono sacrificate dune vitali per un progetto mai completato” sostiene Legambiente Delta del Po.

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“Chiediamo di spostare il concerto di Jovanotti in un luogo meno sensibile, attuando ogni forma si protezione possibile del fratino e delle dune. L’area individuata è utilizzata anche quest’anno dal fratino per la nidificazione. A causa delle condizioni meteo climatiche avverse le prime covate sono in gran parte fallite e i fratini stanno nuovamente deponendo uova e continueranno nelle prossime settimane concentrandosi nel luogo del concerto poiché sul resto delle spiagge è iniziata la stagione balneare.

Ad agosto dunque, dice l’Associazione Ornitologica Emilia Romagna, saranno ancora presenti sulla spiaggia pulcini di fratino incapaci di volare, che verrebbero inevitabilmente schiacciati. I nostri volontari infatti sono in grado di proteggere i nidi ma non i pulcini, quando si spostano sulla spiaggia” e ricorda che “la sua uccisione e il danneggiamento di nidi e uova costituiscono un reato penale. In Emilia-Romagna rimangono ormai solo 30-40 coppie di questo piccolo uccello che vive sulle spiagge.
Nell’area interessata dal concerto vi sono quest’anno almeno 5 coppie. Che si prenda atto di questa situazione” ribadisce l’Asoer.

Le spiagge, soprattutto le ultime con una parvenza di naturalità che abbiamo, non sono il luogo adatto ad accogliere 27 camion e oltre 100 persone di staff (queste le cifre del precedente tour), senza contare le decine di migliaia di fan che hanno comprato il biglietto.

In altre regioni, la società che gestisce il tour non sta comunque rispettando i patti. Le cartine dettagliate del luogo dell’evento con il posizionamento del palco, delle strutture e delle vie di accesso (richieste dal CNCF) non sono arrivate. E’ stata anche aperta una strada nella duna costiera: cosa che era stata assolutamente esclusa negli accordi.
Ribadiamo, inoltre, che la presenza del fratino non è l’unico problema. A fine giugno, inizio luglio, è possibile vedere minuscoli rombi lisci (Scophthalmus rhombus) o chiodati (Psetta maxima) appena nati che arrivano fin sul bagnasciuga, nuotando a pelo d’acqua. O ancora in alcune delle aree più naturali, sulle nostre coste, nidificano le Caretta caretta, altra specie protetta e a rischio di estinzione. Le femmine aspettano il momento giusto per emergere dal mare e deporre le uova in spiaggia, ma sono facilmente disturbate dalla presenza di persone, rumori e luci. E alla presenza di un concerto non potranno che abbandonare il sito scelto e raggiunto con tanta fatica dopo mille peregrinazioni in mare.

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Insomma, alla luce di tutto ciò la nostra domanda è: se oggi Jovanotti, domani chi? Se Jovanotti oggi è in spiaggia, domani lo permetteremo a Vasco in un parco Naturale e a Liga in un’Oasi dopodomani? È davvero necessario questo tour che ironicamente si fa denominare “green“? Green lo è davvero, o non è altro che l’ennesima trovata mediatica? E il Wwf, doveva davvero appoggiare un evento del genere?

E cosa stiamo trasmettendo alle persone? L’idea che ogni spazio naturale sia calpestabile? Che ogni spiaggia possa accogliere un concerto, ogni montagna un rave party o ogni oasi naturale un matrimonio? Stiamo insegnando che non esistono limiti? È questo il messaggio che il Wwf e il tour green di Jovanotti vogliono divulgare?
Insomma dovremmo imparare che le spiagge sono ecosistemi delicati, nei quali dovremmo entrare in punta di piedi, non con 27 camion e un impianto audio da far invidia all’Arena di Verona. Perché, vale la pena sottolinearlo, l’unica musica degna di suonare in spiaggia è quella delle onde del mare.

 

Articolo a cura di Chiara Grasso, con la collaborazione di Francesca Buoninconti, che ringraziamo per le informazioni, le fonti e la revisione dell’articolo.

Fonti foto:
www.riminitoday.it/eventi/jova-beach-party-10-luglio-.html
www.termometropolitico.it/1268952_jovanotti-tour-2018-date-prezzi.html
www.impresamia.com/ambiente-lipu-salviamo-il-fratino-un-tipo-da-spiaggia-rischio-di-estinzione/
www.valvibratalife.com/estate-alle-porte-spiagge-damare/
www.artruvarte.it/ambiente/proteggiamo-il-fratino/
www.aigae.org/events/roma-il-fratino-una-specie-da-tutelare-31-05-2019/immagine_corso-0225-2a-19-seminario-il-fratino-una-specie-da-tutelare-1-cfp/

Fonti testo:
www.wwf.it/veneto/news/?39560/Nasce-la-rete-WWF-fratino
www.vanityfair.it/lifestyle/animali/2018/12/11/jova-beach-tour-fratino-uccello-lipu-date
www.rivistamicron.it/temi/non-toccate-quel-fratino/
www.lipu.it/articoli-natura/5-conservazione/901-fratino
www.repubblica.it/ambiente/2019/05/27/news/legambiente_vs_jovanotti_il_beach_tour_minaccia_il_fratino-227320376/
www.doppiavoce.com/scienzae/2018/dicembre-2018/154-di-musica-concerti-spiagge-e-natura

 

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Autore

Etologa

Laurea Magistrale in Evoluzione del Comportamento Animale e dell'Uomo presso l'Università di Torino. Dopo aver svolto uno stage formativo presso il "Bioparc Valencia" (Valencia, Spagna) ed essere stata guida naturalista e ricercatrice presso "Monkeyland Primate Sanctuary" (Plettenberg Bay, Sudafrica), ha ricoperto il ruolo di Wildlife Manager presso "Kids Saving the Rainforest - Wildlife Sanctuary and Rescue Center" (Quepos, Costa Rica). E' stata finalista nazionale del contest di comunicazione scientifica "Famelab 2018" ed ha partecipato come relatrice a TEDxRovigo 2019. Dal 2019 è guida escursionistica ambientale certificata e socia della Società Italiana di Etologia. Nel 2020 ha ottenuto l'attestato FGASA come guida safari in Africa e il certificato di Track and Sign da Cybertracker level I. Attualmente si occupa di divulgazione scientifica presso l'Associazione ETICOSCIENZA. Da marzo 2021 è stata nominata all'interno del Consiglio di Amministrazione del Bioparco di Roma.

chiaragrasso.eticoscienza@gmail.com