Le capacità intellettive dei pappagalli sarebbero dovute ad un caso di convergenza evolutiva coi primati.
Articolo di Simone Clemente
La scoperta è di quest’anno (Luglio 2018), ma ancora in pochi ne stanno parlando: è stata individuata la base biologica delle straordinarie capacità intellettive dei pappagalli, aree del cervello chiamate nuclei mediali spiriformi, particolarmente sviluppa in queste specie di uccelli. Lo studio, è stato condotto da un team di ricerca dell’Università di Alberta e pubblicata su Nature Scientific Reports, e sembra fare luce su un caso particolare di evoluzione convergente con i primati (un fenomeno evolutivo che porta specie distanti tra loro, in termini evolutivi, a sviluppare strutture simili con funzioni paragonabili), dove compiti simili sono svolti dai nuclei pontini.
I nuclei pontini sono formazioni di sostanza grigia, il cui scopo nei mammiferi è il trasferimento d’informazione tra corteccia e cervelletto, le aree maggiormente coinvolte nell’elaborazione di comportamenti complessi, nelle operazioni di alto livello e nella coordinazione dei movimenti. I nuclei pontini sono particolarmente sviluppati nei primati non umani e nell’uomo, se comparati con altri mammiferi, ed in effetti si tratta di un’osservazione coerente con le nostre abilità cognitive.
A differenza dei primati, gli uccelli non hanno nuclei pontini particolarmente sviluppati. Un ruolo simile è svolto però dall’area dei nuclei mediali spiriformi (medial spiriform nucleus, SpM). Gli SpM si trovano in una zona differente del cervello, in realtà, ma similmente ai nuclei pontini collegano corteccia e cervelletto, permettendo quindi di attuare qual circolo d’informazioni, ritenuto necessario per pianificare ed eseguire comportamenti complessi.
Studiando un campione composto da 98 cervelli, appartenetti a specie avicole da tutto il mondo, i ricercatori di Alberta hanno potuto constatare che le dimensione dell’SpM nelle specie di pappagalli sia dalle due alle cinque volte più grande rispetto ai corrispettivi in altre specie di uccelli, come ad esempio i galliformi o i rapaci. I pappagalli avrebbero perciò evoluto indipendentemente un’area del cervello di grosse dimensioni, per connettere cervelletto e corteccia. Un esempio di convergenza evolutiva tra primati e pappagalli.
Gli autori si pongono adesso l’obiettivo di studiare più nel dettaglio il funzionamento dei nuclei mediali spiriformi, per comprendere meglio il tipo di informazione trasmessa: “potrebbe trattarsi una base per studiare i processi dei nuclei pontini in primati e umani”, sostengono gli autori, “permettendoci di capire più a fondo il funzionamento del cervello umano”.
A cura di Simone Clemente.
Fonti:
Gutiérrez-Ibáñez et al., 2018. Parrots have evolved a primate-like telencephalic-midbrain-cerebellar circuit. Scientific Reports, 8: 9960
Immagini:
Orange-winged parrots (Amazona amazonica tobagensis). Autore: sharpphotography. Licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International. link diretto.
Circuiti cerbrali di pappagalli e mammiferi a confronto. Immagine ripresa da Gutiérrez-Ibáñez et al., 2018. Parrots have evolved a primate-like telencephalic-midbrain-cerebellar circuit. Scientific Reports, 8: 9960. link diretto.
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Articolo scritto da un nostro associato o un collaboratore esterno dell’Associazione ETICOSCIENZA